Cascasse il mondo…se possibile non addosso a me, grazie. È sempre stata piuttosto pessimista, ma il l’innato sarcasmo non l’avrebbe mai abbandonata: poco ma sicuro. In quel mondo erano state create delle armi particolarmente sofisticate e assolutamente letali: le parole. Lei lo sapeva bene ed evitava con cura di trovarsi a tiro di quelle sentenze sputate, di quel rancore sotteso…ma alle orecchie le arrivò comunque il sibilo del commento che la donna seduta accanto a lei stava condividendo con l’anziana vicina. La sala d’attesa era piuttosto vuota e sfortuna volle che quelle megere si trovassero dal dentista insieme a lei. Erano mesi o forse anni che cercava invano di evitare tutti. In realtà avrebbe voluto fuggire da sé stessa, ma la cosa stava risultando più complicata del previsto. Soprattutto avrebbe desiderato non dover più essere costretta ad incassare in silenzio i giudizi di chi non sapeva nulla. Come la donna di fronte a lei che: “Cascasse il mondo, ma non mi ridurrei mai in quello stato…”
Sparire. Avrebbe voluto soltanto sparire.
Terapeutico? Forse un po’troppo pretenzioso come termine, ma quello che stavano facendo aveva le carte in regola per essere una vera e propria cura. Certamente, senza un briciolo di sana pazzia quella giornata non avrebbe avuto il gusto della spensieratezza che credeva di aver dimenticato… Sembrava tutto così strano, ma era profondamente vero.
L’istinto guidava, l’obiettivo colpiva. Un timido sole aveva finalmente fatto capolino, come fosse testimone silenzioso delle smorfie che spuntavano sul suo viso, delle cadute accidentali tra i fiori del prato, delle chiacchere genuine che fin da subito avevano accompagnato quella assurda ed emozionante idea. Era una prova per lei e chissà forse non sarebbe cambiato nulla. Ma quella giornata era di per sé una piccola grande storia: una vittoria che sapeva di vita.